Le Porte Angioine

Ultima modifica 21 marzo 2022

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Il centro storico rappresenta una meta importante per comprendere gli usi ed i costumi del popolo belvederese attraverso dieci secoli di storia. I nuclei abitativi sorsero inizialmente intorno alle chiese di San Nicola Magno, demolita a meta’ novecento, S.Giacomo Apostolo il Maggiore, denominata comunemente “del Rosario”, la “Chisiella”, di cui resta un rudere e Santa Maria al Seggio, oggi Santa Maria del Popolo.

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Sotto gli Angioini Belvedere era gia’ delimitata da una cinta muraria con due aperture dette “porte”.

Per accedere alla zona abitata l’entrata era costituita dall’apertura detta “Porta di Mare” che permetteva l’uscita per accedere verso la marina, costituendo cosi’ l’avanposto per l’avvistamento dei pericoli provenienti dal mare.

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Nella localita’ “Porta di Mare”, da cui si domina tutta la costa del Golfo di Policastro, esistono ancora resti di mura e di colonne in pietra che sostenevano i locali del corpo di guardia, nonché la buca scavata nella roccia che serviva per la bollitura dell’olio in caso di difesa.

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L’altra apertura era la “Porta degli Orti” che costituiva l’ingresso per chi era dedito alle attivita’ rurali, dando accesso alle campagne ed alle proprieta’ feudali. Nel momento in cui era molto sviluppata la vita economica, grazie al commercio verso Napoli, andava concludendosi la signoria dei Sangineto, fedeli agli Angioini. A Filippo di Sangineto subentro’ Filippo II° (1352‑1387) successivamente Francesco Sangineto e poi Giovanni Sangineto fino al 1380.


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