I Presepi

Ultima modifica 29 marzo 2022

presepeA  Belvedere è molto consolidata la tradizione del “presepe”, fin dal XVI° sec. E’ buon augurio per il capofamiglia comperare ogni anno un nuovo pastore per il presepe; di antica tradizione la contadina che porta la ricotta, il cacciatore col fucile, il contadino che porta l’agnello, il pastore che fuma la pipa, il mendicante davanti la grotta, gli zampognari, l’osteria dove si ammazza il maiale e la gente beve, la fontana con la donna che lava i panni, il vecchio con la bisaccia, l’uomo con la lanterna. Una magica atmosfera è creata dall’odore intenso e gradevole del muschio e dal suono delle zampogne.

zampognaUn tempo ogni famiglia benestante del paese sgomberava una delle stanze più grandi della propria abitazione, per sistemarvi il presepe, visitato, poi, dagli abitanti del quartiere e dai contadini delle frazioni rurali, i coloni che portavano il cappone ai padroni e ricevevano in cambio pasta, torrone e baccala’ secco. Si utilizzava per la preparazione del presepe muschio vero, la capanna e le montagne di corteccia d’albero, carta e frasche, sassolini per le strade, farina gialla e bianca per innevare le montagne. Rituale usanza tramandata e rispettata per secoli la visita al presepe da parte degli zampognari con otri caprini, nei nove giorni che precedono la festa, suonando “tu scendi da le stelle”, la novena” e la “ninnarella”, dietro un modesto compenso.

cestaLa vigilia di Natale, nelle frazioni rurali, veniva offerta alle future suocere dalle fidanzate “a cista d’a zita”, in segno di devozione, che conteneva baccala’, pasta, i “ziti”, nocciole, liquore di anice, fichi secchi farciti, uva passa e torrone di mandorle tostate.

cannaricoliSulle tavole dei benestanti il cenone della vigilia di Natale era composto da ben nove pietanze e secondo la tradizione non doveva mancare il capitone. La vigilia di Natale la tavola doveva rimanere apparecchiata per tutta la notte per l’augurio della casa, in segno di affratellamento ed amicizia. Il centro della festa era costituito dal rito del ceppo, cerimonia propiziatoria per il nuovo anno, che prevedeva anche l’offerta tra le famiglie del prodotto tipico della gastronomia natalizia belvedere, i “cannariculi”


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